La passione per le due ruote va oltre il semplice atto di guidare: significa godere appieno delle performance che la moto può offrire.
Tuttavia, esistono situazioni in cui, per vari motivi, si opta per il depotenziamento della moto, ovvero si diminuisce la potenza per rendere il mezzo più idoneo a determinate categorie di guidatori.
Ma cosa fare quando si desidera ripristinare la potenza perduta?
Di seguito trovi una mini guida esplicativa per eseguire nel modo più corretto il ripristino della potenza della tua moto.
Cosa significa ripotenziare una moto depotenziata?
Ripotenziare una moto depotenziata significa riportarla alle sue prestazioni originali o migliorarle, dopo che è stata depotenziata per rispettare determinate normative, limiti assicurativi o di patente.
Facciamo un passo indietro: il depotenziamento è una pratica comune adottata per adeguarsi a leggi specifiche o per rendere una moto guidabile da chi non possiede ancora le qualifiche per guidare veicoli ad alta potenza.
In merito a questo, abbiamo pubblicato un articolo dedicato al tema del depotenziamento (link al precedente articolo – 05) per comprendere come eseguirlo al meglio, nel pieno rispetto delle normative vigenti.
Ripotenziare una moto è quindi il processo che mira a sbloccare il vero potenziale del motore, ripristinando o incrementando la sua potenza originale.
Fattori da tener presente quando si ripotenzia una moto depotenziata
Questo processo comporta la rimozione di blocchi imposti durante il depotenziamento che limitano l’apertura delle valvole a farfalla, provocando la conseguente minor corsa del gas.
Il ripotenziamento va quindi eseguito con estrema attenzione e da meccanici esperti. Anche perché, guidare una moto con una potenza notevolmente aumentata può comportare rischi significativi, soprattutto se non si è abituati a gestire tale potenza.
Inoltre, prima di procedere, è necessario verificare se il motore o determinati componenti della moto depotenziata sono in grado di sopportare l’aumento di potenza. Se così non fosse, sarà necessario sostituire questi specifici elementi con altri compatibili.
Infine, il ripotenziamento necessita l’adeguamento dell’elettronica, attraverso una modifica dei parametri della centralina.
Costi e avvertenze in caso di ripotenziamento di una moto
Gran parte del lavoro e dei costi relativi a questo processo è legato al kit di ripotenziamento, alla burocrazia e al costo della manodopera.
Dopo che il meccanico ha installato il kit (il cui costo varia a seconda del modello di moto) è necessario prenotare il collaudo presso la Motorizzazione. Se si tratta di una reimmatricolazione del mezzo, la spesa ammonta a circa 100 euro.
La moto verrà collaudata da un ingegnere della Casa Costruttrice, in relazione al modello di moto e alla provincia. Le tariffe variano tra i 250 e i 400 euro.
Il collaudo è la parte fondamentale dell’intero processo di ripotenziamento: bypassando questo passaggio si rischiano multe fino a un massimo di 1.682 euro, in base all’articolo 78 del Codice della Strada. Inoltre, il mancato collaudo porta alla conseguente confisca del mezzo.
In conclusione
L’operazione di ripotenziamento è un passo fondamentale per chi desidera ripristinare le prestazioni originarie del proprio veicolo. Tuttavia, questo processo non è privo di complessità e richiede un’accurata esecuzione per garantire che il veicolo guadagni in termini di prestazioni e mantenga inalterati i livelli di sicurezza. Per questo motivo, l’intervento di specialisti esperti diventa cruciale.
È qui che entra in gioco Top Tuning. Specializzato nella rimappatura delle centraline, il nostro team di professionisti utilizza le più avanzate tecnologie e tecniche per ottimizzare le prestazioni del tuo mezzo.
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